Approvato il miracolo attribuito all’intercessione della fondatrice delle Suore Apostole del Sacro Cuore. Sarà la prima figlia spirituale di Padre Pio a ottenere l’onore degli altari.
È una felice coincidenza. Una delle coincidenze a cui Padre Pio ha abituato, fin da quando era in vita, i suoi devoti. Diceva infatti: «Chi combina le combinazioni?», ponendo la sua domanda come retorica e lasciando presagire la risposta: la Provvidenza, che talvolta “parla” attraverso piccoli segnali. Piccoli come «il sussurro di una brezza leggera» attraverso cui il Signore si manifestò al profeta Elia (cfr. 1 Re, 9,12).
Sta di fatto che madre Maria Crocifissa del Divino Amore, al secolo Maria Gargani, bruciando l’ultima tappa della causa, sarà proclamata beata approssimativamente 100 anni dopo il primo incontro con il mistico Cappuccino, avvenuto a San Marco la Catola, in provincia di Foggia nella primavera del 1918. Lo si apprende da un comunicato della Sala Stampa della Santa Sede, in cui si legge che Papa Francesco ieri ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei santi a promulgare, tra gli altri, il decreto di approvazione di un miracolo attribuito all’intercessione della venerabile madre Maria Crocifissa del Divino Amore. Si tratta della guarigione da un tumore maligno del piloro di una donna di Torrecuso, in provincia di Benevento: Michelina Formichella. Quando i medici la operarono, nel lontano 1975, riscontrando che era piena di metastasi, decisero di ricucire senza proseguire l’intervento. A loro giudizio non c’era più nulla da fare. Ciononostante successivamente scomparvero tutti i sintomi e l’ammalata, che nel suo letto di dolore aveva invocato l’intercessione della suora morta in concetto di santità, è vissuta per altri 40 anni, fino al 2015, quando è morta per un infarto del miocardio.
Purtroppo del primo incontro fra la futura beata e Padre Pio nessuna fonte ha consegnato alla storia la data precisa. Sappiamo solo che da metà aprile di quell’anno il religioso pietrelcinese si recò nel paese del subappennino dauno per discutere col suo direttore spirituale, padre Benedetto Nardella da San Marco in Lamis, e sciogliere i dubbi che lo tormentano circa la direzione delle anime (cfr. Epist. I, 1022; Epist. III, 185 e s.). A San Marco la Catola era andata a vivere già da cinque anni la giovane insegnante Maria Gargani, originaria di Morra de Sanctis, in provincia di Avellino, dopo aver vinto un concorso nella locale scuola elementare.
Quando seppe che era giunto in paese il Frate di santa vita che la dirigeva spiritualmente da due anni per via epistolare, Maria si precipitò al convento dei cappuccini per conoscerlo di persona. Così la diretta interessata ha descritto l’episodio sulle pagine del suo diario: «Vedendomi spuntare sulla porta della sacrestia, mi chiamò per nome e mi fece entrare in una stanzetta attigua, dove ci trattenemmo a parlare come due persone che si fossero conosciute da tempi remoti. Che soavità, che dolcezza nelle parole del Padre e che belle assicurazioni mi dava sulla mia anima!… M’incoraggiava ad essere sempre più del Signore e fare in modo da glorificarlo nella mia vita! Io mi sentii veramente felice e svanirono dalla mia mente e dallo spirito tutte le ombre e tutte le pene». Non era la prima volta che Padre Pio la sorprendeva. In quel primo incontro, quando si accorse della sua presenza «sulla porta della sacrestia», la «chiamò per nome», pur non avendola mai vista in precedenza. Nella sua prima lettera, scritta il 26 agosto 1916, egli le rivelò che ancor prima di leggere i «preziosi caratteri» della sua calligrafia, «Gesù» gli aveva fatto «conoscere» la sua «anima» (cfr. Epist. III, p. 237).
A metterla in contatto con il futuro Santo fu il confratello padre Agostino Daniele da San Marco in Lamis che, insieme a padre Benedetto, si prese cura dell’anima della maestra Gargani dal suo arrivo a San Marco la Catola. Seguendo i loro preziosi consigli Maria intraprese una serie di iniziative di apostolato, soprattutto per insegnare il catechismo ai ragazzi del paese, che radunava in una stanza presa in affitto a sue spese per parlare loro di Gesù con metodi all’avanguardia per l’epoca, come un proiettore per diapositive, anche questo acquistato con i propri risparmi. Una parte del suo tempo libero era, inoltre, riservato alle opere di carità verso i più bisognosi. Come Lucia, cieca dalla nascita, che viveva abbandonata nell’ospizio dei poveri, che l’insegnante andava a trovare spesso per portarle qualcosa da mangiare e per garantirle l’igiene personale, disinfettandole anche le piaghe. O come Rosinella, una ragazza colpita da artrite deformante all’età di 18 anni, la stessa malattia di sua madre, che si sentiva abbandonata da Dio e dagli uomini. L’insegnante di Morra non si limitò a pulire e a mettere in ordine il tugurio in cui abitavano le due inferme e a provvedere inizialmente al vitto quotidiano. Accortasi che le dita della ragazza avevano conservato la sensibilità, le insegnò a fare fiori di carta, molto richiesti per gli addobbi matrimoniali, restituendo a Rosinella la dignità di guadagnarsi da vivere. Infine Maria non faceva mancare mai il suo impegno al Terz’Ordine Francescano e all’Azione Cattolica, a cui si era iscritta.
Dopo il trasferimento alla scuola elementare di Volturara Appula, sempre in provincia di Foggia, si aggiungono anche le missioni di animazione in parrocchia e di sostegno alle vocazioni del seminario diocesano, attraverso la preghiera e con iniziative idonee a contribuire alle necessità economiche del luogo di formazione dei sacerdoti. Nel frattempo matura la sua vocazione religiosa, che si delinea in tutta la sua chiarezza attraverso l’ispirazione di fondare una nuova Istituzione, le Apostole del Sacro Cuore, che avrebbe potuto continuare le varie iniziative del suo molteplice operato anche dopo la sua morte. Quando lo rivelò a Padre Pio ricevette una risposta illuminante: «Ecco, finalmente, qui dovevamo arrivare! Questa è la volontà di Dio e fa’ presto ad andare dal vescovo. È bello! È bello!».
L’Opera, infatti, si sviluppò in breve tempo. Nacque come “Pia Unione” nel 1936. Nel 1945 trasferì la sua sede centrale a Napoli e si estese in Campania, Puglia, Lazio, Toscana e Sicilia. Il 20 giugno 1956 l’arcivescovo del capoluogo partenopeo, cardinale Marcello Mimmi, firmò il decreto che trasformava la “Pia Unione” in un vero e proprio istituto di suore di diritto diocesano e, un mese dopo, il 22 luglio, l’ormai ex insegnante elementare poté emettere la sua professione perpetua, assumendo il nome religioso di suor Maria Crocifissa del Divino Amore. Il 12 marzo 1963 giunse l’atteso provvedimento della Santa Sede che ha reso l’Istituto delle Suore Apostole del Sacro Cuore di diritto pontificio.
Nel frattempo la crescente moltitudine di pellegrini che si recavano a San Giovanni Rotondo aveva tolto a Padre Pio il tempo e la tranquillità necessari per seguire i suoi figli spirituali. Ma la Provvidenza consentì alla madre Fondatrice di incontrare, nel 1951, nella Basilica della Madonna del Rosario di Pompei, un giovane ma zelante sacerdote, don Antonio Fanucci, direttore spirituale del seminario di Gubbio, che su invito della religiosa cominciò a guidarla per corrispondenza. Sarà lui, con qualche ulteriore incontro personale, a prendersi cura della sua anima fino al momento della morte.
Il 23 maggio 1973, all’età di 81 anni, madre Maria Crocifissa del Divino Amore ha terminato il suo cammino terreno, lasciando alle sue consorelle il compito di realizzare il suo grande desiderio: far varcare i confini nazionali all’Istituto, dal 1980 ad oggi molto attivo nel continente africano (in Burkina Faso e in Ciad).
Nel 1985 la superiora generale, madre Laura De Biase, ha avviato la pratica per la causa di beatificazione e canonizzazione di Maria Gargani, le cui spoglie mortali, dal 17 maggio 1992, riposano nella cappella della casa madre della Congregazione, a Napoli, a poche decine di metri dalla basilica della Madonna del Buon Consiglio a Capodimonte. Il 7 luglio scorso Papa Francesco ha approvato il decreto con cui la Chiesa ha attestato che madre Maria Crocifissa del Divino Amore, al secolo Maria Gargani, ha esercitato eroicamente le virtù cristiane. Oggi si è aggiunto l’ultimo tassello: la notizia dell’approvazione del miracolo attribuito alla sua intercessione. Ora manca solo la comunicazione della data in cui sarà proclamata beata.
*direttore di Padre Pio Tv e biografo di Maria Gargani (cfr. Il Sole a Mezzanotte, San Paolo, 2012)
Fonte : http://www.lastampa.it/2018/01/27/vaticaninsider/ita/documenti/maria-gargani-presto-beata-wIbXE8GCnXKovL57SuwMeN/pagina.html
Sono stato nei giorni scorsi in pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo e sul pullman c’era un pellegrino che insieme alla moglie parlavano di una suora ultranovantenne di nome Suor Cherubina, e dicevano che era nel convento di Maria Gargani la sua fondatrice e che presto verrà beatificata. Adesso cercando di fare mente locale mi sono ricordato del nome di questa fondatrice e di Suor Cherubina, nome molto particolare.Queste persone parlavano molto bene di Suor Cherubina, donna di grande fede e figlia spirituale di Padre Pio.Si potrebbe conoscere Suor Cherubina solo telefonicamente per non disturbarla. Grazie.
Nel 1985 la superiora generale, madre Laura De Biase, ha avviato la pratica per la causa di beatificazione e canonizzazione di Maria Gargani, le cui spoglie mortali, dal 17 maggio 1992, riposano nella cappella della casa madre della Congregazione, a Napoli, a poche decine di metri dalla basilica della Madonna del Buon Consiglio a Capodimonte. Il 7 luglio scorso Papa Francesco ha approvato il decreto con cui la Chiesa ha attestato che madre Maria Crocifissa del Divino Amore, al secolo Maria Gargani, ha esercitato eroicamente le virtu cristiane. Oggi si e aggiunto l’ultimo tassello: la notizia dell’approvazione del miracolo attribuito alla sua intercessione. Ora manca solo la comunicazione della data in cui sara proclamata beata. Spesa sospesa e collette alimentari: da Arona a Oleggio Castello ci si mobilita per aiutare le famiglie in difficolta
Desidero comprare il libro della corrispondenza di Maria Gargani con Padre Pio.
Come fare?